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Diario #4 – Preparazione delle tarme della farina (tebebrio molitor)

Siamo a metà del mese di gennaio, mentre i riproduttori continuano a far rispettare le gerarchie all’interno delle voliere in colonia, mi appresto a preparare gli insetti (in questo caso, tarme della farina) al protocollo alimentare cotto e congelato.

 L’innovativo protocollo alimentare che da  diversi anni “utilizzo” in allevamento, consiste nella preparazione degli insetti ( in alcuni casi anche alimentati) al processo di bollitura e refrigerazione. Questo ci permette di  abbassare notevolmente le cariche batteriche presenti soprattutto negli insetti terricoli ( esempio:lombrichi, grilli, chiocciole etc.)  

Il tempo di bollitura varia a seconda dell’insetto e dalla sua cuticola che lo riveste. In questo caso sto alimentando le tarme della farina con carote, foglie di spinaci, foglie essiccate di ortica, crocchette per cani, questo mi permette di “spurgare” l’insetto e di alzare il suo valore vitaminico e proteico. Le tarme alimentate esclusivamente con la crusca hanno degli squilibri dal punto di vista nutrizionale, infatti hanno un contenuto di grassi troppo alto e sono carenti di proteine e calcio. 

Bisogna prestare attenzione anche alle fasi nelle quali si forma la larva, l’adulto ( una sorta di coleottero nero) , le uova, la tarma, la larva etc.,’ lo sviluppo delle varie generazioni dipende soprattutto dalla temperatura, ideale intorno ai 25 gradi. Il momento nel quale procedere alla bollitura è quello che precede il cambio della cuticola, in questo periodo le tarme smettono di mangiare ed è proprio questo il momento giusto, che nella fase di bollitura ci consente di ottenere l’insetto bello ” pieno” e non svuotato se fatto in diverso tempo. 

Qui troverete i 13 passaggi corretti che adotto per questo insetto.

  1. La prima cosa da fare è setacciarle, in modo da rimuovere ogni residuo (crusca, escrementi, ecc.)
  2. Poi le metto  in uno scolino a maglia fitta, e risciacquo continuamente.
  3. Fatto questo le larve sono pronte alla bollitura.
  4. Metto dell’acqua a bollire in una pentola in dose abbondante rispetto alle larve da bollire. Quando l’acqua bolle immergo le larve nella pentola per un paio di minuti.
  5. Al termine della leggera bollitura, scolo  le larve versando il contenuto della pentola in un colino e quindi, subito dopo, in un recipiente contenente acqua fredda.
  6. Questa operazione consiste nel far subire alle larve uno shock termico in modo da neutralizzare gli eventuali ultimi batteri presenti nelle larve.
  7. Lascio le larve in acqua fredda per qualche minuto e poi  le scolo con il colino usato precedentemente, e  le copro con un panno.
  8. Lascio riposare per 24 ore circa, quando le larve si sono asciugate, sono pronte alla refrigerazione.
  9. E’ consigliabile usare piccoli contenitori a seconda del fabbisogno giornaliero dell’allevatore, in modo da poter facilmente scongelare la quantità di prodotto necessario.
  10. Inserisco poi le  busta di plastica,  nel congelatore. 
  11. Per scongelare le larve  consiglio di  estrarle dal congelatore e bagnarle in un colino con acqua calda, per ricreare l’effetto shock termico  e azzerare ulteriormente  cariche batteriche ancora presenti.  Si consiglia di fare l’operazione di bollitura, non in casa ma all’esterno, magari su un piccolo fornellino, sia per l’igiene sia per l’odore sgradevole che può emanare tale trattamento.

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